Cosa si intende per principio di individuazione: sviluppi storici del termine
Il principio di individuazione è un principio che afferma l’esistenza di un’individualità che distingue e caratterizza un essere rispetto ad altri appartenenti alla medesima natura.
Questo concetto trova la sua prima espressione già con Aristotele che vedeva l’individuazione come il risultato di un’unione di forma e materia. Per un lungo periodo, dalle epoche più antiche fino all’alto medioevo il concetto di materia fu l’elemento su cui si basarono le varie teorie che i filosofi elaborarono nel tempo, sul principio di individuazione.
Se pur ogni filosofo avesse la propria formula per spiegare il principio di individuazione era sempre espressione di un rapporto complesso tra materia, forma e quantità.
Questa idea si interruppe con Duns Scoto filosofo scozzese francescano del 1300 che introdusse il concetto di “realtà ultima dell’ente”, che poi chiamò haecceitas (ecceità), ovvero la presenza di un principio determinante che fa sì che una data cosa sia sé stessa e non un’altra, rendendo così ogni individuo unico ed irripetibile.
Questo principio di individuazione fu poi ripreso da Leibniz filosofo tedesco del 1700 che formulò l’idea che all’interno della materia ci sia un principio di differenziazione, una sorta di forza che spinge un corpo a diversificarsi da un altro corpo. Questo centro di forza o sostanza Leibniz la chiamò “monade”.
Da lì il principio di individuazione subì un continuo evolversi fino ad arrivare ai nostri giorni dove il concetto di individualità viene associato allo sviluppo dell’individuo verso una maggiore coscienza di sé.
Jung e il principio di individuazione
Il tema dell’individuazione è stato per Jung la struttura portante dei suoi studi, una sorta di spina dorsale su cui si sono eretti tutti i suoi scritti. Jung vedeva nel principio di individuazione il fine stesso dell’esistenza.
“L’individuazione è in generale il processo di formazione e di caratterizzazione dei singoli individui, e in particolare lo sviluppo dell’individuo psicologico come essere distinto dalla generalità, dalla psicologia collettiva. L’individuazione è quindi un processo di differenziazione che ha per meta lo sviluppo della personalità individuale.” (C.G.Jung da ‘Tipi psicologici’ )
L’individuazione è quel processo per diventare la personalità che potenzialmente si possiede fin dalla nascita, attraverso uno sviluppo psicologico completo. È la capacità dell’individuo di raggiungere la totalità psichica e una coscienza evoluta.
Perché ciò accada c’è bisogno di una psiche le cui parti consce ed inconsce possano dialogare. Una psiche unita e non più scissa, sviluppata pertanto nella sua totalità. Da qui ne deriva inevitabilmente una coscienza evoluta che permette all’individuo di essere cosciente di ciò che è e trovare così uno stato di armonia interiore e un maggiore benessere.
“Ciò che la natura richiede al melo è che produca mele e al pero che produca pere. Da me la natura vuole che io sia semplicemente un uomo, ma un uomo cosciente di ciò che è.” C.G.Jung
Il processo di individuazione è un decorso spontaneo e autonomo, potenzialmente presente in ogni individuo, anche se ne è generalmente non cosciente. Un processo psichico, diretto e coordinato da una speciale “guida interiore” che Jung chiama il Sé; un principio ordinatore che guida e spinge questo processo.
Il Sè nel processo di individuazione
Secondo Jung il Sé è il centro della psiche ed è la rappresentazione della totalità psichica, meta nel processo individuativo, ma è anche la “guida interiore” che spinge a raggiungerla.
Il Sè di fatto è quell’istanza di carattere archetipico che guida la psiche alla ricerca di uno sviluppo completo e quindi al raggiungimento di una totalità che si attualizza attraverso un ampliamento di coscienza.
Perché ci sia questo ampliamento, contenuti inconsci devono essere resi coscienti. Il Sé dirige questo processo mettendo in comunicazione le parti consce e inconsce della psiche, favorendo quel dialogo necessario perché contenuti inconsci possano essere assimilati dalla coscienza.
“Rendi cosciente l’inconscio, altrimenti sarà l’inconscio a guidare la tua vita e tu lo chiamerai destino.”(C.G.Jung)
Fasi del processo di individuazione
Secondo Jung, la meta individuativa, si può attivare solo nella seconda parte della vita, quando si è raggiunto una certa maturazione psicologica; dopo aver imparato il necessario adattamento richiesto per poter vivere nel contesto sociale di cui l’individuo fa parte.
La prima parte della vita di fatto ha il compito di “iniziazione alla realtà esterna”, di formare un Io solido e sviluppare una Persona corrispondente; questa prima fase ha lo scopo di adattamento e inserimento dell’individuo nel suo ambiente.
“… Prima di potersi proporre come scopo l’individuazione, occorre raggiungere la meta educativa dell’adattamento al minimo di norme collettive, necessario per l’esistenza: una pianta che debba essere portata alla massima possibile fioritura delle sue peculiarità, deve anzitutto poter crescere nel terreno in cui è piantata.” (C.G.Jung da Tipi psicologici)
La seconda parte della vita invece, ha il compito di “iniziazione alla realtà interna”, alla profonda conoscenza di sé, con lo scopo di portare l’individuo all’ampliamento della propria personalità: un individuo centrato e intero.
L’adattamento alle norme collettive del primo periodo è sempre più o meno in contrasto con l’individuazione che richiede differenziazione dalla generalità.
Entrare in questo stadio di differenziazione e centramento significa abbandonare gradualmente la precedente identità costruita su immagini e stereotipi collettivi per assumere un’immagine di sé proveniente dall’interno. Il che non vuol dire trascurare o abbandonare la realtà collettiva, ma farne parte richiede meno energia in quanto vi è un naturale spostamento verso dimensioni di vita che hanno a che fare più con il “senso del fare” che con il “cosa fare”.
A volte il passaggio allo stadio di differenziazione si fa sentire come una sorta di “chiamata” che si manifesta con una crisi o con eventi traumatici che portano a rimettere in discussione ciò per cui abbia significato vivere.
“Il vero processo di individuazione, la presa consapevole di contatto con il proprio centro interiore o Se’,inizia generalmente con una lacerazione della personalità e con la sofferenza che ne consegue. Questo turbamento iniziale costituisce una sorta di “chiamata”, sebbene non sempre ci si renda conto di ciò “ C.G.Jung “L’uomo e i suoi simboli”
Riassumendo possiamo dire che l’individuazione è quel processo che prevede una graduale presa di coscienza di noi stessi attraverso la scoperta di quelle parti di noi ancora sconosciute. È quel processo che ci consente di raggiungere una maggiore consapevolezza di noi, trovare la nostra personalità e dare un senso alla vita vivendola nel modo che più ci appartiene.
Individualità e individualismo nel principio di individuazione
La ricerca della propria individualità, pur essendo una via individuale, non deve avere come meta l’estraneazione e l’individualismo, questo è stato più volte ribadito da Jung nei suoi scritti.
Spesso nell’ordinario comune l’individualità viene interpretata come puro egocentrismo, in quanto confusa con il termine “individualismo”. Questo perché non è chiaro il legame tra questi due concetti: individualità e individualismo.
L’individualismo non può nascere dove c’è ricerca di individualità ma dove ce n’è la mancanza.
Più in un contesto sociale è favorita l’omologazione a discapito dell’individualità, più emerge l’individualismo come forma di frustrazione. Più c’è espressione di individualità, più l’individuo partecipa in modo spontaneo e vivificante alla comunità alla quale appartiene.
“Leggi e insegnamenti comuni spingono l’essere umano all’individualismo per sottrarsi alla pressione di una comunanza non voluta, la solitudine rende però l’uomo pieno di ostilità e venefico. Date dunque all’uomo la dignità e lasciatelo essere individuo, affinché trovi la sua comunità e la ami”
(C.G.Jung dal Libro Rosso)
Bibliografia:
- C.G.Jung – Opere Vol 6 “Tipi psicologici”
- C.G.Jung – “Libro Rosso”
- Jolande Jacobi – “La psicologia di C.G. Jung”
- Murray Stein – L’Individuazione in “Manuale di Psicologia Junghiana” (R.K. Papadopoulos)
2 risposte
Grazie per il tuo rpezioso contributo alla conoscenza del Cammino individuale
Grazie anche a te Rosario. Ho guardato il tuo sito sulla destinoterapia, molto molto interessante